Per elaborare una strategia di comunicazione efficace sono molti i fattori dei quali tener conto, in primis il rispetto per il consumatore. Sarà che l’agenzia che cura la comunicazione della Motta (e che ha elaborato il famigerato spot del panettone..) non ha considerato offensive le parole utilizzate per promuovere il dolce natalizio, sarà che l’intenzione era quella di strappare una risata a chi i vegani li prende in giro tutto l’anno, sarà che pensavano addirittura di estorcere un sorriso anche agli erbivori più convinti, fatto sta che la pubblicità in questione ha creato più problemi che consensi.
Fino a qualche anno fa era in voga in ambiente pubblicitario il detto “che se ne parli bene, che se parli male, purché se ne parli”. Oggi non è più così, il rispetto per il consumatore è diventato il cardine di ogni strategia di comunicazione ben pensata. E se è vero che si deve mirare a convincere soprattutto il proprio target di riferimento (e sicuramente nessun vegano avrebbe comunque acquistato il panettone tradizionale, Motta o non Motta) è bene ricordarsi che viviamo nella civiltà dell’empatia, che spesso offendere il mio vicino equivale ad un’offesa nei miei confronti, che molti di coloro che non condividono una scelta ritengono comunque fondamentale che essa venga rispettata.

La civiltà dell’empatia – Jeremy Rifkin
Chi invece ci ha pensato bene a come fare una campagna di comunicazione che arrivasse a tutti (perché, in questo caso, il target è veramente molto ampio) è l’organizzazione no-profit Veganuary che ha invaso la metropolitana londinese con manifesti “Try Vegan this January – Prova ad essere vegan questo gennaio”. La comunicazione è focalizzata su quanto ci sia di positivo nella scelta cruelty free, utilizza colori vivaci e immagini molto dolci (immaginate la rivolta delle madri se si fossero trovate immagini di un mattatoio in metropolitana andando a prendere i figli a scuola?!). Eccone alcuni esempi:
Chiudo la riflessione con un’altra citazione de “La civiltà dell’empatia” di Jeremy Rifkin (meditate gente, meditate):
La civiltà dell’empatia è alle porte. Stiamo rapidamente estendendo il nostro abbraccio empatico all’intera umanità e a tutte le forme di vita che abitano il pianeta. Ma la nostra corsa verso una connessione empatica universale è anche una corsa contro un rullo compressore entropico in progressiva accelerazione, sotto forma di cambiamento climatico e proliferazione delle armi di distruzione di massa. Riusciremo ad acquisire una coscienza biosferica e un’empatia globale in tempo utile per evitare il collasso planetario?
Splendido articolo e bellissima la citazione finale 💚
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Grazie 🙂
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