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Io resto a casa: l’ambiente domestico nell’arte

Le limitazioni di movimento scelte dal governo italiano per limitare la diffusione del famigerato Covid-19 ci impongono di rimanere in casa. Decisione sofferta ma, a parer mio, corretta, la firma del decreto “Io resto a casa” (in data 9 marzo 2020) estende a tutta Italia i divieti imposti alla Lombardia e ad altre 14 province del Nord Italia il giorno precedente. Sui media (social e non) si assiste a costanti appelli alla responsabilità e al buonsenso. Ma, pensando a quella che è la richiesta che ci viene fatta, è davvero poi così difficile rispettare queste regole?

Nella storia dell’arte sono molte le rappresentazioni di ambienti domestici. Veri e propri luoghi di vita vissuta e non solo stanze per riposare la sera e fare colazione la mattina. In questo periodo vissuto con difficoltà da alcuni, ho deciso di raccogliere alcune opere d’arte che ritraggono ambienti domestici e raccontarvele. Dopotutto, l’arte ci aiuta ad essere più felici (ne parlo qui: Come essere felici: 3 fattori chiave), anche a casa nostra!

Io resto a casa: il decreto

Riporto, per quanto possibile sinteticamente, quelle che sono le limitazioni imposte dal decreto “Io resto a casa” su tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile:

  • I cittadini potranno muoversi unicamente per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute”.
  • Vietati gli assembramenti di persone e quindi stop a feste, raduni e stadi.
  • Si deve rispettare ovunque la distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra, no a baci, abbracci e strette di mano.
  • Chiusi tutti i cinema, impianti sciistici, musei, teatri, discoteche, palestre e luoghi di svago. Aperti i parchi ma frequentabili solo rispettando le regole.
  • Bar e ristoranti possono aprire dalle 6 alle 18 (ma molti esercenti hanno scelto la chiusura per tutelare sé stessi, i dipendenti e il bene comune).

Potete leggere il decreto per intero nella Gazzetta Ufficiale: decreto 8 marzo (ora esteso a tutta Italia) e decreto “Io resto a casa” del 9 marzo.

Io resto a casa: la solitudine nell’era dell’aperitivo

Limitazione della libertà personale, poca interazione con altre persone del proprio gruppo sociale, difficoltà nel cambiare le proprie abitudini seppur per un breve periodo. Queste sono le obbiezioni poste da chi tra le quattro mura di casa, magari da solo, pensa di non poterci stare.

Chi non ama uscire dall’ufficio e rilassarsi prendendo un aperitivo con gli amici? A chi non piace fare un giro al centro commerciale nei giorni piovosi per comprare vestiti, scarpe e accessori domestici? Potrei continuare all’infinito con queste domande ma il tema è che in questo momento non vi deve importare cosa vi piace fare. State a casa, anche se non vi piace.

Viviamo l’ambiente domestico

A questo proposito, sono troppe le attività casalinghe alle quali, nella vita frenetica delle grandi città, non concediamo abbastanza spazio. Leggete, cucinate (magari un dolce, i dolci ci rendono tutti più sereni!) meditate, sistemate l’armadio e ascoltate musica. Quando finite la vostra giornata lavorativa in smart working mettete via il computer e fate un aperitivo in videochiamata, qualche esercizio a corpo libero in salotto o leggete un libro.

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“L’influsso che l’ambiente può avere sulla nostra vita quotidiana e sulla percezione della felicità è notevole ed è ormai da anni oggetto di studio della psicologia ambientale che si occupa proprio di studiare il comportamento umano e il benessere delle persone in relazione alle caratteristiche fisiche e sociali dei luoghi della vita quotidiana” spiega Mirilia Bonnes, direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale (CIRPA), presso l’Università di Roma la Sapienza. “Il nesso ambiente-felicità è dovuto a vari processi psicologici che si instaurano nella nostra mente e che contribuiscono al benessere nella vita quotidiana anche in relazione ai luoghi dell’abitare”. (dichiarazioni tratte da un articolo di Centodieci.it)

Proprio la dottoressa Bonnes, in un’intervista al Messaggero di qualche anno fa sosteneva che “All’interno della casa ci sono diversi fattori che possono risultare decisivi… La convivenza deve consentire spazi di autonomia, anche personale. È necessario, in qualsiasi momento, potersi isolare, poter regolare l’accesso degli altri a sé. Questo elemento, importante sempre nella vita delle persone, diventa vitale all’interno della propria casa. La regolazione della privacy è uno dei fattori di soddisfazione della vita quotidiana”.

Quindi, se siete a casa da soli, consideratevi anche fortunati!

L’ambiente domestico nell’arte

Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck

Dipinto datato 1434 e conservato alla National Gallery di Londra, è tra le opere meglio conosciute dell’artista e della pittura fiamminga in generale. Tra i più antichi esempi di ritratto privato, questo olio su tavola è caratterizzato da una minuziosa rappresentazione dell’ambiente domestico. Una gran varietà di oggetti sono dipinti con estrema precisione ma quello che, più di tutti attira l’attenzione, è lo specchio. Al centro dell’opera è raffigurato uno specchio convesso che ritrae la coppia di spalle e lascia intravedere altre persone presenti nella stanza.

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A tutt’oggi ancora non è stabilito certamente cosa rappresenti quest’opera enigmatica. La tesi più accreditata (proposta da Erwin Panofsky nel 1934) è quella che si tratti della raffigurazione del matrimonio del mercante Giovanni Arnolfini con la prima moglie Costanza Trenta. Altri teorizzano possa trattarsi di una promessa di matrimonio o di un omaggi del marito alla moglie venuta a mancare prematuramente. In Simboli e allegorie, edito da Electa, si legge anche che “Il dipinto è un’allegoria dell’ideale sociale del matrimonio, portatore di ricchezza, abbondanza, prosperità. Il cane e gli zoccoli rappresentano il motivo della fedeltà coniugale. Le arance sono un augurio di fertilità.”

La Lezione di musica di Jan Vermeer

Dipinto a olio su tela del 1662, é conservato nelle collezioni reali a St. James’s Palace (Londra). La stanza, ampia e inondata di luce, incornicia perfettamente la scena amorosa che il pittore vuole mostrare. La spinetta (lo strumento suonato dalla ragazza) riporta l’iscrizione “La musica è compagna della gioia e balsamo per il dolore.”

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Particolare attenzione viene data, anche in questo caso, ai dettagli della stanza. Dal marmo del pavimento al tappeto che ricopre il tavolo fino al velluto ceruleo della sedia. Particolare anche la posizione dello specchio che, al contrario di quanto realizzato nel ritratto di Jan van Eyck, ci permette di scorgere il viso della giovane dipinta di spalle.

La camera di Vincent ad Arles di Vincent van Gogh

Forse la più celebre tra le opere che raffigurano l’ambiente domestico, la Camera di Vincent ad Arles è stata realizzata in tre versioni. I quadri sono stati dipinti tra il 1888 ed il 1889 e sono conservati presso il Van Gogh Museum di Amsterdam, l’Art Institute of Chicago ed il Museo d’Orsay di Parigi. Van Gogh rappresenta la sua quotidianità nella casa gialla di Arles, dove sperava di allestire un rifugio per artisti. Troviamo nella stanza un attaccapanni con appeso il celebre cappello di paglia con cui l’artista si ritrasse. Ma possiamo ammirare anche due stampe giapponesi, un autoritratto e due sedie vuote.

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L’intenzione di van Gogh è quella di rappresentare il riposo, il sonno, la quiete. “Qui il colore deve fare tutto, e poiché con il suo effetto semplificante conferisce maggiore stile alle cose, esso dovrà suggerire riposo o sonno in generale. In una parola, guardare il quadro deve far riposare il cervello, o piuttosto l’immaginazione […] Questo come una sorta di vendetta per il riposo forzato al quale sono stato obbligato.”

Interno (La Mia Sala da Pranzo) di Vassily Kandinsky

Il quadro, datato 1909 e conservato alla Galleria Lenbachhaus di Monaco di Baviera, non è certo tra i più noti dell’artista. Probabilmente realizzata nel periodo in cui Kandinsky sperimenta un utilizzo violento ed antinaturalistico del colore, l’opera presenta ancora soggetti ben delineati e definiti. Sarà solo dopo un paio d’anni (1911) che l’artista esporrà le sue prime opere astratte in una mostra personale a Berlino.

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In questa stanza riconosciamo molti dettagli tra i quali il tavolo, la sedia, il calorifero e un cestino colmo di frutta. Potrebbe essere la sala da pranzo di chiunque. Con un po’ di fantasia, potrebbe essere la nuova versione (super colorata ma metaforica) del nostro ambiente domestico!

Io resto a casa!

Spero vi sia piaciuta questa piccola divagazione sul tema dell’ambiente domestico nell’arte, se avete suggerimenti riguardo ad altre opere da inserire nell’articolo saranno molto apprezzati. Spero anche vi sia servito a trovare una prospettiva diversa dalla quale guardare la vostra casa, forse più romantica, magari più colorata.

E se ancora non siete convinti di poter ricavare qualcosa di buono da quest’imposizione… Ricordate, ai nostri nonni hanno imposto di andare in guerra, a noi viene solo chiesto di stare sul divano!

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Come essere felici: 3 fattori chiave

Negli ultimi anni molti ricercatori si sono dati da fare per trovare la chiave della felicità, il Santo Graal della nostra epoca. Pare però che questa magica soluzione ad ogni problema non sia univoca ma composta da più fattori. Emerge quindi la necessità, per gli individui che desiderano essere felici, di creare un equilibrio tra relazioni, emozioni, tempo e attività.

Nel World Happiness Report 2019 – che considera fattori chiave per la felicità di un popolo il pil pro capite, la speranza di vita e di salute, il supporto sociale e della famiglia, la generosità, la libertà di scelta e la fiducia nell’economia e nel governo – si è registrato un ulteriore calo della felicità mondiale, tendenza negativa costante iniziata con la crisi economica. In questo report, che vede l’Italia scalare una decina di posizioni rispetto ai due anni precedenti (ne ho parlato qui), a farla da padroni sono i paesi del Nord Europa: Finlandia, Danimarca e Norvegia conquistano il podio della felicità. L’Italia conquista il 36esimo posto della classifica grazie alla speranza di vita e salute, che ci vede settimi al mondo, e al supporto sociale e familiare (23esima posizione) ma arranca in quanto a positività. Sono infatti molto diffusi sentimenti di rabbia e preoccupazione, calo della fiducia nelle istituzioni e percezioni di mancanza di libertà decisionale e di prospettive per i giovani.

Altre ricerche però indicano come fattori chiave per una vita felice indicatori che il World Happiness Report non tiene in considerazione, scopriamo quali:

Il tempo per essere felici

Il Museo Novecento di Firenze, in occasione del Capodanno 2020, ha chiesto a 1000 persone di scegliere come essere felici votando una coppia di desideri e “più tempo, più passioni” ha vinto con il 14% dei voti. Tenendo conto della rilevanza intrinseca di tutte le coppie di desideri (solo per citarne alcune: più cura, più rispetto; meno violenza, più fiducia; più lavoro, più serenità) si tratta di un risultato che fa riflettere. Secondo uno studio recente (pubblicato nel febbraio 2019 dalla rivista Harvard Business Review), condotto dalla ricercatrice Ashley Whillans, su 100.000 lavoratori di tutto il mondo, coloro che sono disposti a rinunciare ad un guadagno maggiore per ottenere più tempo libero hanno “relazioni sociali più soddisfacenti, carriere più soddisfacenti e più gioia e, complessivamente, vite più felici” (Fonte: Forbes.it)

Consigli per guadagnare tempo:

  • Munitevi di un’agenda: programmare i vostri impegni è il modo migliore per guadagnare tempo!
  • Fatevi aiutare nelle faccende di casa: dal vostro compagno/a, dalla vicina alla quale ricambierete il favore, da un professionista del pulito o da un’agenzia specializzata.
  • Liberatevi del Complesso di Atlante: se avete un lavoro a tempo pieno, non pretendete di partecipare a tutte le attività scolastiche e sportive dei vostri figli; se avete bisogno di fare un bagno rilassante, la vostra amica in crisi può aspettare un paio d’ore prima di essere chiamata; se non avete tutta questa voglia di andare ad un aperitivo di team building con i colleghi declinate, sarà per la prossima volta.

Come essere felici grazie alla Natura

Un altro fattore chiave per essere felici, probabilmente meno ovvio del primo, è quello protagonista del libro “The nature fix: why nature make us happier, healtier and more creative” (prima edizione 2017) della giornalista Florence Williams. L’autrice, in un’intervista al National Geographic, ha spiegato come un gruppo di neuroscienziati abbia monitorato l’attività celebrale di alcuni individui e registrato i cambiamenti che avvenivano in base ai diversi luoghi in cui il soggetto si trovava. Ne è emerso che “Le onde alfa, tipiche di un individuo sveglio ma del tutto rilassato, si registrano più forti quando questi si trova nella natura”. A supportare questa tesi la nuova ricerca dell’European Centre for Environment and Human Health dell’Università di Exeter che, sulle pagine della rivista Scientific Reports, sostiene che bastino 2 ore a settimana immersi nella natura a migliorare il nostro umore ed il benessere psico-fisico. Sempre secondo questa ricerca, non è necessario passare questo tempo facendo sport o camminate (che comunque sono auspicabili, essendo anche l’attività fisica un fattore importante per la nostra felicità) ma basterebbe sedersi su una panchina immersa nel verde o rilassarsi appoggiati ad un albero contemplando i paesaggi naturali circostanti.

Cascate del Serio

Consigli per dedicare due ore alla natura:

  • Andate al mare! È inverno? Abitate in una delle cinque regioni in Italia senza sbocco sul mare? Ci sono i laghi: Lago di Garda, Lago d’Iseo, Lago di Como, Lago Maggiore, Lago d’Orta, Lago Trasimeno e così via…
  • Partecipate ad una gita in montagna: l’Italia vanta migliaia di chilometri di sentieri, non sempre è necessario essere grandi alpinisti, per molti di questi bastano delle scarpe adatte e i compagni di camminata adatti. Personalmente consiglio la mulattiera che da Valbondione (BG) porta all’Osservatorio dove ammirare una delle speciali aperture delle cascate del Serio (trovate il calendario qui).
  • Scegliete un parco nella vostra città (ogni città ne ha almeno uno!) e rilassatevi…

L’arte di essere felici

Ma la vera novità è lo studio inglese che sostiene che dedicarsi all’arte non solo ci rende felici ma anche più longevi. Pubblicato sul British Medical Journal nel dicembre 2019, lo studio dell’Universal College London indica non solo che visitare musei e mostre ed andare a teatro renda più felici ma addirittura che allunghi la vita. Emerge così che il rischio di morte precoce si riduce del 31% per chi partecipa ad attività culturali almeno una volta al mese. Le attività culturali sono da anni associate ad un miglioramento dell’umore, come ad esempio ha dimostrato un’indagine del Prof. Enzo Grossi dell’Università di Bologna. Monitorando i cambiamenti del livello di cortisolo (l’ormone dello stress) di 99 persone durante una visita alla cupola ellittica settecentesca del Santuario di Vicoforte è emerso che questo è sceso del 60% durante l’attività culturale ed, inoltre, il 90% dei partecipanti ha dimostrato di essere più felice.

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  • Visitate un museo, ce ne sono di tutti i tipi, ci sarà pure qualcosa di vostro gusto! Tra l’altro i musei civici sono gratis la prima domenica del mese ed in alcuni giorni particolari (calendario qui). Tra i miei musei preferiti: Pinacoteca di Brera (Milano), Galleria degli Uffizi (Firenze), Collezione Peggy Guggenheim (Venezia) e i celebri Musei Vaticani.
  • Visitate una chiesa, un’abbazia, una certosa, un palazzo storico, un monumento, un teatro, un castello, una piazza, un sito archeologico; l’arte è ovunque…
  • Ammirate una mostra (solitamente richiede meno tempo della visita ad un museo ed è più coinvolgente perché organizzata intorno ad un artista o ad una corrente specifica); il 2020 sarà l’anno di Raffaello quindi preparatevi a riscoprire questo grande genio del Rinascimento. Per chi invece, come me, ama l’arte moderna e contemporanea consiglio di visitare “Van Gogh, Monet e Degas” a Padova, “Joan Mirò. Il linguaggio dei segni” a Napoli, “Il tempo di Giacometti. Da Chagall a Kandinsky” a Verona.

E dunque, come essere felici? Fate in modo di avere più tempo per voi stessi, per coltivare relazioni sociali più soddisfacenti, per fare qualche passeggiata nella natura o contemplare un paesaggio, per andare a teatro o visitare una mostra.

Milano: arte, storia, cultura e curiosità

Milano, conosciuta come capitale della moda e città d’affari per eccellenza, popolata di manager e trendsetter, fredda e nebbiosa, è in realtà uno scrigno di tesori d’arte, storia e cultura. Dal Duomo, la chiesa gotica più grande del mondo, a San Maurizio al Monastero Maggiore, decorata da cinquemila metri quadri di affreschi, dal Cenacolo, capolavoro di Leonardo da Vinci, alla Pietà Rondanini, ultima opera di Michelangelo, passando per i celebri Navigli, le leggiadre ville Liberty e le straordinarie collezioni dei musei fino ad arrivare al Castello Sforzesco, Milano offre infinite possibilità agli amanti del turismo culturale.

Duomo di Milano
Duomo di Milano

Milano è conosciuta in tutto il mondo per il suo straordinario Duomo, una selva di pinnacoli, statue ed archi rampanti, un racconto monumentale di oltre sei secoli di storia dell’arte. Architetti, artisti e grandi maestri artigiani hanno contribuito alla creazione di questa cattedrale unica, assolutamente da visitare! Tra le statue più curiose del Duomo ci sono certamente quella cinquecentesca di San Bartolomeo scorticato (che ha terrorizzato intere generazioni di ragazzini in gita scolastica) realizzata da Marco d’Agrate, quella di Primo Carnera realizzata negli anni 30 del Novecento per omaggiare il primo pugile italiano a fregiarsi del titolo mondiale e la Legge Nuova (1810) di Camillo Pacetti che pare abbia ispirato la realizzazione della, ben più famosa, Statua della Libertà di New York.

Tra le meraviglie meneghine è certamente da annoverare anche la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, detta anche la “Cappella Sistina di Milano” grazie al maestoso ciclo di affreschi di scuola leonardesca che ne decora le pareti. Tra le grandi opere, recentemente restaurate e che quindi regalano nuovamente tutto il loro splendore, a colpire l’occhio del visitatore più curioso è l’affresco di Aurelio Luini (figlio del più celebre Bernardino) “Storie dell’Arca di Noè” che, incredibilmente, vede salire sull’arca più famosa di sempre gli altrettanto celebri “due leocorni”.

Cenacolo di Leonardo
Cenacolo di Leonardo

Milano vanta anche uno dei più grandi capolavori d’arte al mondo: il Cenacolo di Leonardo da Vinci (1494-1498). Contrariamente a quanto molti credono, l’Ultima Cena del maestro fiorentino non è un affresco ma un dipinto realizzato con tempera grassa e una tecnica molto simile a quella usata per la pittura su tavola che consentì una maggiore definizione dei dettagli e una brillantezza straordinaria dei colori. Nonostante i vantaggi, la scelta di questa originale tecnica causò anche grossi problemi di conservazione dell’opera, più esposta agli agenti atmosferici (ed ai vapori provenienti dalla cucina, essendo il Cenacolo dipinto sul muro del refettorio dell’ormai ex convento di Santa Maria delle Grazie) e al deterioramento causato dal passare del tempo. Ammirare l’Ultima Cena di Leonardo è un’esperienza emozionante che chiunque visiti Milano non deve lasciarsi sfuggire.

Un altro capolavoro degno di nota tra i tanti che si trovano a Milano, benché sia probabilmente meno conosciuto e certamente meno apprezzato del Cenacolo, è la Pietà Rondanini di Michelangelo (1552-1564) regina indiscussa dei Musei del Castello Sforzesco. Opera ritenuta tra le più personali del maestro (forse addirittura ideata per la di lui sepoltura secondo quanto indicato dal Vasari), la Pietà Rondanini rappresenta la scena biblica, raffigura l’abbraccio tra la madre e il figlio, sottintende la prossimità della resurrezione. Curioso il fatto che la monumentale opera sia stata acquistata dal Comune di Milano nel 1952 grazie ad una sottoscrizione pubblica tra tutti i cittadini (fortemente voluta dall’allora direttrice della Pinacoteca di Brera Fernanda Wittgens) che raccolse i 135 milioni necessari all’acquisto.

Se avrete l’occasione di visitare Milano in più giorni non lasciatevi sfuggire le collezioni d’arte della Pinacoteca di Brera – dal Cristo morto di Mantegna al Bacio di Hayez – della Pinacoteca Ambrosiana – dal Musico di Leonardo alla Canestra di Caravaggio – e del Museo del Novecento che espone il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, Forme uniche della continuità dello spazio di Boccioni (sì, la scultura riprodotta sui 20 centesimi di euro italiani) e opere di de Chirico, Fontana, Modigliani e Kandinskij.

Ma a Milano l’arte non è solo quella dei grandi capolavori, a Milano si passeggia con il naso all’insù per ammirare le ville decorate da maioliche colorate in stile Liberty – una su tutte Casa Galimberti in Porta Venezia – si respira la romantica atmosfera dei Navigli tra botteghe d’arte e bistrot, si rimane incantati dalle storie e dalle leggende raccontate dal Castello Sforzesco e dal Parco Sempione, ci si stupisce di fronte ai coloratissimi murales dei quartieri più popolari come NoLo o l’Ortica.