La comunicazione contro la violenza sulle donne

Oggi, venerdì 25 novembre, è la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, ancora perpetrata nel nostro paese, soprattutto tra le mura domestiche. Secondo i dati Istat, in Italia sono circa 7 milioni le donne che hanno subito violenza durante la loro vita. E se i femminicidi risultano essere in lieve calo, rimane costante invece il numero di donne maltrattate, percosse, aggredite, sfregiate e perseguitate.

Le campagne di comunicazione sviluppate intorno a questa giornata mirano a coinvolgere, rendere partecipe del problema chi guarda. Questa strategia si può utilizzare in diversi modi, prendiamo ad esempio due campagne video, quella di #NonUnaDiMeno e quella della RAI. Il tema della violenza sulle donne non è nuovo in ambito di shockvertising (spot ideato per scioccare lo spettatore e sensibilizzarlo al tema) ma, come in altri tipi di comunicazione, c’è un modo giusto di farlo ed uno sbagliato. Questo il link allo spot realizzato dalla RAI, a voi l’ardua sentenza.

Questo prodotto di comunicazione, bello o brutto che sia, è sicuramente un esempio magistrale di shock advertising. Chi di noi si sarebbe aspettato una frase del genere dalla bambina coi boccoli biondi in coda al video? Nessun tono pregresso lo aveva anticipato e così l’effetto shock è servito! Ma la RAI ha trascurato qualcosa di fondamentale quando si realizza questo tipo di comunicazione: il messaggio. Non è chiaro infatti perché si attribuisca alla bambina un destino segnato senza possibilità d’appello, senza poter combattere. Si comunica a tutti quanti che la bambina sarà, lo è già, una vittima, una di meno.

Diverso il prodotto video realizzato da #NonUnaDiMeno, emozionante, chiaro, conciso, combattivo. La chiave di lettura è il cinema, il grande cinema femminile, da Thelma e Louise a Bridget Johnes, da Lola corre a Kill Bill. Buona visione!

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1 commento su “La comunicazione contro la violenza sulle donne”

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