L’espressione “competenza comunicativa”, coniata da Dell Hymes nel 1972, si riferisce a “l’abilità degli utenti di una lingua di usarla in modo efficace ed appropriato in diversi contesti e per esigenze comunicative di vario tipo”. Sono molti gli studiosi di pragmatica del linguaggio che condividono e lavorano a partire da questa definizione. Elaborare una comunicazione a partire dal contesto nel quale essa si svilupperà è fondamentale per il comunicatore odierno che si ritrova a gestire la varietà di contesti più ampia mai esistita.
Non considerando “con chi”, “come”, “perché” e “quando” stiamo comunicando ma unicamente il “dove” stiamo comunicando, possiamo valutare diversi ambienti, ognuno con diverse ramificazioni: la comunicazione in presenza, la comunicazione su supporto media e la comunicazione online. Quest’ultimo ambiente ha subito, in meno di un decennio, una serie di differenziazioni che hanno portato allo sviluppo di modi di comunicare totalmente nuovi e del tutto diversi uno dall’altro.
Ad esempio, all’interno dei social network, che sono veri e propri amplificatori di socialità, si dovrà utilizzare un linguaggio fluido e comprensibile ad ogni tipologia di utente che possa interagirvi, ricordando sempre che valgono le stesse regole dei gruppi sociali fuori dal web: l’accettazione è tutto. Se poi un utente, grazie a come e cosa comunica all’interno della sua community di riferimento, raggiunge l’autorevolezza diventa snodo: quello che, in ambito commerciale, è definito influencer.
The Economist ha da poco pubblicato dei grafici che illustrano le capacità di guadagno di un influencer sui diversi social. Utlizzando i dati di Captive8, piattaforma che mette in contatto aziende e influencer, The Economist mostra che il guadagno per singolo post può andare da 2mila dollari (per chi ha 100mila follower) e arrivare a cifre da capogiro per gli influencer con il maggior numero di seguaci.

Le possibilità di guadagno per chi si rivela essere un buon comunicatore sono chiaramente golose, ma meno lampante è la strategia da adottare per diventarlo.
Due sono le regole: diversificare è la prima, perchè mentre su Facebook è consigliabile comunicare con testo (breve!) e immagini, preferendo contenuti leggeri e riconducibili alla vita di tutti i giorni (album della vacanza in famiglia e registrazioni nei luoghi top della tua città vanno benissimo), su Twitter e Linkedin è d’obbligo accantonare le frivolezze e dedicarsi all’informazione nel primo caso e alla professione nel secondo.
Ma la regola fondamentale, la più importante, rimane sempre la stessa: condividere contenuti di valore per la community di riferimento. Ricordiamo sempre che “Content is the King”.
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